Tratto da il Guerrin Meschino di Gesualdo Bufalino, in scena Nino Giannotta, chitarra classica e Miriam Palma canto e recitazione.
È un lavoro che riflette sulla condizione della vecchiaia, il lamento del vecchio Puparo, appena il Puparo comincia a raccontare, viene preso dal fuoco dell’arte e rinvigorito, comincia a raccontare rimanendo lui stesso ipnotizzato dalle “sue” parole. La non voce la voce altra, essere assoggettato essere posseduto dalla “sua” voce. La voce dell’altro dall’ alto.
“Cantattrice” e “ricercatrice” da lunga pezza, la Palma , siciliana di Palermo, non smette mai di ascoltare e “registrare” il coté mediorientale dell’Isola a tre punte e dai mille volti e lo fa – specialmente, forse – attraverso quella vocalità “oscillante” che sa di sabbia e preghiera, a metà tra praefica e muezzìn acutamente, bizzarramente “assimilato” dalla “Sicilia bionda del miele e purpurea della lava” e con cui, non a caso, l’artista sceglie d’imprimere i primi passi sul palcoscenico, in apertura, complici i suoi quattro “officianti”.
Ed è, quel tremolio ricchissimo di toni e tonalità, talmente capace di narrare che racconta quasi più dei momenti riservati alla parola parlata con cui Miriam precede o commenta il canto. E, nella performance lei scuce e ricuce i pezzi più noti e dunque più compromettenti di un grande – ideale e reale – Canzoniere siciliano: autentici, insidiosi banchi di prova che se hanno per fortuna evitato, nel tempo, i tònchitirichitònchiti di certo orribilmente ottimista folk da ristorazione all’aperto, hanno spesso rischiato d’appiattirsi in esecuzioni tutte uguali, troppo uguali, dopo il grande, necessario revival post-sessantottino e diventate, alla lunga, figlie degeneri di padri e madri indimenticati, in testa Roberto Leydi e Giovanna Marini.
Ecco dunque sgranare, come in un rosario laico e mitico,la leggendaria Mi votu e mi rivotu e La virrinedda, Amuri e L’amuri ca v’aju, A la vò e ‘Ntra viddi e vaddi, Lu focu di la pagghia e Vitti du rosi. Della prepotente, tragicissima Li pirati a Palermu, poi, Miriam Palma fa un cuntu quasi immaginifico in cui elimina scientemente e temporaneamente il verso “liturgico” di Sicilia, chianci! che di solito sta in coda all’ultimo verso di Ni lassanu a lu scuru, chi scuru per restituirlo quasi come un gran finale, tonante e inappellabile. Una soluzione decisamente interessante e intrigante come la lettura arabeggiante di ‘A curuna a cui non già Otello Profazio ma ancora l’impareggiabile Rosa rendeva giustizia, ricollocandola di diritto in una fiaba pietrosa e lontanissima. ……… Carmelita Celi
L’ingresso è regolato da Normativa Prevenzione e Gestione Covid – Si prega prenotare
Inizio Spettacoli Ore 21,00
Biglietteria Online al sito www.liveticket.it
Dettagli spettacolo
Il viaggio del meschino
da Gesualdo Bufalino
SottoSopra – CDL
di e con Miriam Palma
e Nino Giannotta , chitarra classica
Nei Teatri di Pietra
Sabato 24 luglio
Compl. Monumentale Castello di Milazzo – Milazzo (ME)
Giovedì 12 agosto
Parchi Archeologici di Kamarina e Cava d’Ispica – S.Croce Camerina (RG)
Sabato 21 agosto
Altre Produzioni

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da Giovanni Verga coreografia Carlotta Bruni musica Marco Schiavoni narrazione Sebastiano Tringali con Lucia Cinquegrana, Paola Saribas, Matteo Gentiluomo. Nei Teatri di Pietra LA LUPA

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