Proprio nel nostro Occidente iper-tecnologico e progredito sta ritornando un pensiero magico e fanatico che muove l’onda di irrazionalità che si nutre e cresce nella convinzione che le proprie aspettative siano state “tradite”. La diffidenza verso la scienza è una conseguenza : già perché tante sono le istanze e le richieste da soddisfare e la scienza umana non è quella dalle risposte immediate, con soluzioni certe e infallibili: essa procede piuttosto per “prove ed errori”. Quindi ha bisogno di tempo, ha bisogno di sbagliare per avanzare e deve continuamente sperimentare.
E questo “tempo” non le è concesso perché si vuole tutto, subito e anche definitivo, foss’anche per tornare alla “normalità del prima.
La fuga nell’irrazionale è l’inevitabile esito di infinite aspettative soggettive insoddisfatte, pur essendo legittime in quanto nate e alimentate dalle stesse promesse di quell’ordinamento “produttivo” che ha governato dal dopoguerra ad oggi . Ordinamento che ora mostra un chiaro affanno.
Tante le avvisaglie … la recrudescenza di fondamentalismi religiosi, culturali ,di genere e razza, il timore/angoscia dell’altro, l’abuso della discontinuità come metodo per riaccendere dinamiche assenti su argomenti importanti come il sociale, la formazione, la cultura e la politica.
Tutto questo già prima della Pandemia. Erano la spia di qualcosa di più profondo, eppure frettolosamente catalogato come “espressione della società liquida” . Poi l’interruzione forzata di ogni attività e l’isolamento hanno preparato il terreno per una fuga fatale nel pensiero stregonesco, sciamanico, che si offre come interprete e decifratore del senso oscuro della realtà e del presente. Dal disagio al rancore e al sovranismo psichico il passo è breve.Oggi più tangibile perché si manifesta nel gran rifiuto del discorso razionale e di tutti gli strumenti che lo rappresentano : la scienza, la medicina, i farmaci, le innovazioni tecnologiche.
Nel Rapporto annuale del Censis 2021, sulla situazione sociale del Paese, si è avuta l’esplicita conferma di quanto sta avvenendo tant’è che nella lista dei temi di maggiore interesse emersi nel corso dell’anno, “l’irrazionalità” risulta al primo posto. Dal negazionismo di attualità ( il Covid non esiste, il vaccino è inutile e inefficace…) al complottismo, per arrivare al negazionismo storico-scientifico… per cui circa tremilioni di italiani sono sicuri che la Terra sia piatta .
Si è passati dalle avvisaglie ai cortei, alle sfide nelle piazze, alla caccia allo scienziato/ricercatore..
Il contrasto a quella che viene definita «antiscienza», è diventato un tema politico. Molti pensono che l’antidoto vada cercato in una migliore comunicazione della scienza … Ma forse non è sufficiente.
Forse il cuore del problema, e quindi l’ingrediente indispensabile alla sua soluzione, riguarda la consapevolezza dell’idea di comunità, di società plurale e partecipe. Forse per contrastare la deriva antiscientifica, è sufficiente (quanto necessario) essere cittadini consapevoli della comunità.
In questa prospettiva si potrebbe arginare molta della retorica dell’antiscienza, in particolare, l’esaltazione della libertà individuale e l’accusa di sottomissione al pensiero unico. Nel primo caso, la libertà personale viene anteposta a tutto, fino al punto di rifiutare ogni limite alla propria libertà anche quando può diventare nociva per la Comunità. Il secondo caso è una stretta conseguenza del primo: poichè si rivendica tale libertà come un diritto e quindi si rifiuta l’assunzione di qualsiasi colpa, si negano direttamente le stesse basi che implicano le regole del comportamento sociale. Nel caso specifico della Pandemia, si afferma che il virus non esiste, è solo un’influenza, i vaccini sono dannosi, ci sono cure efficaci che vengono tenute nascoste, etc etc.. Qui, l’affermazione antiscientifica ha il preciso significato politico di rigettare l’appartenenza ad una comunità e quindi rifiutare le norme di convivenza che limitano il proprio ambito di azione .
Da queste premesse è nato il progetto Terra Piatta
Non vuole essere una risposta ai negazionisti dell’ultima ora: il “terrappiattismo” è il pretesto per affrontare il tema della Comunità, della sua crescita e del suo nutrimento. La tentazione “irrazionale” corrode nell’intimo l’idea stessa di comunità e i suoi principi fondanti: convivenza, coesistenza, libertà, confonto e , soprattutto, prospettiva .
Per fermare questo processo di logoramento della comunità, crediamo che attraverso la riscoperta di quei pensatori – scienziati/ filosofi, armati più di ingegno che di tecnologia, si possano trovare argomenti e significati per una rinnovata e slanciata tensione verso il sociale, la cultura, la scienza e comunque orientata al bene comune .
Importante è recuperare lo stupore del ricercatore, il senso esaltante della scoperta che emerge dallo scontro tra l’immaginazione e il rigore del metodo, mettendo a fuoco la natura comunitaria e dialettica della ricerca.
La figura di Eratostene, in questa visione, è esemplare.
Oltre la misurazione della terra, dell’inclinazione dell’eclittica e del meridiano terrestre, la tavola dei numeri primi , Eratostene non è solo un grande matematico o un grande fisico, ma è anche un grande filosofo che ha una concezione organica dell’universo. In contrasto con Platone, Eratostene afferma che non bisognerebbe dividere gli uomini tra barbari e Greci, ma secondo le loro qualità, in quanto non solo vi sono Greci pessimi ma “barbari” di alta civiltà.
Uno degli intellettuali più versatili della sua epoca, un tipico studioso dell’età ellenistica, con molteplici interessi, autore di opere di filologia e critica letteraria, di astronomia e matematica, cronologia e geografia, stretto collaboratore di Archimede …. un grande esponenente della scuola del metodo dimostrativo che fa sì che la conoscenza non venga acquisita per il solo principio di autorità, ma attraverso la verifica e il contatto con la realtà.
Lo spettacolo vuole offrire una riflessione a tutto tondo sulle “sgomento” che attraversa tutto il Paese : migrazioni, cambiamenti climatici, conflitti, la digitalizzazione e in ultimo la pandemia sono temi globali che suscitano disagio e destabilizzazione diffusa e necessiterebbero di risposte ampie, condivise e sicuramente di prospettiva.
Il teatro non è un farmaco contro il malessere contemporaneo, ma sicuramente è lo strumento più idoneo per ri-connettere le diverse comunità : quelle di cittadini, quelle dei ricercatori e degli studiosi, quelle della cultura e dell’arte, quella dei giovani , etc. , rendendole protagoniste e partecipi della prospettiva, rivitalizzando i significati di adesione, di cittadinanza, di futuro .
L’ingresso è regolato da Normativa Sanitaria Vigene – Si prega prenotare
Inizio Spettacoli Ore 21,00
Dettagli spettacolo
Terra Piatta
MDA Produzioni Danza
contributo letterario e ricerca storico-scientifica Prof.ssa Michela Costanzi, Prof.Fabio Pallotta
drammaturgia Sebastiano Tringali
regia e coreografia Aurelio Gatti, assistente Rosa Merlino
musica originale Marco Schiavoni
con Chiara Meschini, Gipeto, Sebastiano Tringali
Valeria Busdraghi, Lucia Cinquegrana, Elisa Carta Carosi, Arianna Di Palma , Matteo Gentiluomo,
Polina Lukanska, Paola Saribas
Nei Teatri di Pietra
Giovedì 14 luglio
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da Giovanni Verga coreografia Carlotta Bruni musica Marco Schiavoni narrazione Sebastiano Tringali con Lucia Cinquegrana, Paola Saribas, Matteo Gentiluomo. Nei Teatri di Pietra LA LUPA

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